Il Covis ha fatto più danni nelle mente che nei corpi.
La depressione è un epidemia galoppante. Depressione economica certo ma sopratutto un crollo collettivo delle idee e della stima di sé,una perdita di una visone del futuro, un’assenza di combattività.
Siete budoka. Il covid è un nemico inaspettato che ha messo la nostra società in uno stato di assedo. Rinchiusi a casa vostra, avete avuto il tempo di considerare che non siete invulnerabili, ma non lo sapevate?
Credersi invulnerabili è il modo il più sicuro di essere il primo a morire su un campo di battaglia.
Avete anche avuto il tempo di ascoltare la massa quotidiana di informazioni contraddittorie, i discorsi di esperti che non hanno visto arrivare niente e fatto niente, soltanto pronunciare maledizioni e potete ancora sognare il ritorno alla normalità grazie ad un vaccino che ci è stato promesso.
Ma il covid 20 non seguirà il parere dei consigli scientifici né quello dei laboratori per svilupparsi.
Di fronte ad un nemico, l’aikidoka si chiede: che cosa significa quest’agressione? che cosa il mio nemico vede in me che io non vedo ancora? che cosa potrei imparare di questo attacco?
Che cosa ci ha insegnato l’attacco dell’ ormai famoso covid 19?
Che la nostra società è di un estrema fragilità e che potrebbe crollare molto rapidamente.
Che bisogna farsi un opinione personale partendo da una riflessione di buon senso e di non ingurgitare del pronto a pensare.
Che nessun consiglio scientifico o uomo politico ci potrà proteggere e che tocca a noi farlo. Lasciare gli altri combattere al posto nostro è il modo più sicuro di trovarsi allo scoperto e vulnerabili. Che bisogna smettere di credere che chiunque sia garante delle vostra sicurezza e della vostra vita.
Che spetta solo a voi di assicurare la vostra sicurezza e quella dei vostri famigliari.
La nostra salute dipende di noi e né i farmaci , né i medici, né le assicurazioni potranno garantirla.
Che cosa ci ha insegnato il covid 19?
Che anche le nostre organizzazioni sono fragili, e che lo stato di assedio chiamato confinamento ha rovinato i nostri corsi, i nostri stage, i nostri progetti.
Ma facciamo il punto! A che punto siamo interiormente? Siamo budoka e il covid non ha ucciso le nostre speranze, il nostro entusiasmo,la nostra volontà di capire il mondo e di migliorarlo.Siamo budoka e sappiamo accettare le ferite senza per questo cessare il combattimento.
Aikidoka, consideriamo l’avversità come un opportunità di rinforzarci. E se faccessimo del covid un stimolo della coscienza, suscitatore del pensiero.
L’assedio è levato o in procinto di esserlo. La prossima stagione comincia oggi. Inutile piangnucolare sul fatto che le cose avrebbero potuto andare diversamente.
Dopo la battaglia, non ci si può accontentare di contare le perdite. Esiste una grande opportunità che si apre dopo la crisi. La presa di coscienza generale per la popolazione della propria vulnerabilità ha messo tantissime persone nella depressione,ma il tempo passerà e si accuserà il colpo. La risposta sarà allora la ricerca di mezzi per fare crescere la propria combattività. La tendenza sarà all’autonomia, al rinforzamento dell’ indentità individuale e della capacità di decidere.
Il modo migliore di lottare contro i virus è di rinforzare l’immunità. E è ciò che si fa consolidando l’unità mente-corpo, senza lasciare niente introdursi del proprio corpo in una faglia lasciata da una debolezza del mentale.
Su questo punto, l’aikido Kobayashi e l’aikishintaiso sono strumenti efficienti.
Rischiate di essere assalti dalle domande.
L’immunità riguarda soprattutto il mentale. L’ho detto in preambolo.
L’epidemia più grave è la depressione, conseguenza della presa di coscienza della propira vulnerabilità. Il rinforzo della coscienza di sé si fa attraverso un equilibrio diverso di quello in cui il sistema ha spinto gli individui.
La dipendenza dagli altri si era generalizzata. Ogni ambito della vita quotidiana è marcato da questa dipendenza al sistema. Ogni bisogni, alimentazione, spostamento, cure, divertimento, tutto è nelle mani di altro di se.
Perchè è nell’altro che troviamo risposte ai nostri bisogni, le nostre coscienze sono invase dal’alterità e facciamo fatica a dire » io », a pensare « io ».
Non sto dicendo che ciascuno debba iniziare a coltivare il proprio orto o a andare a piedi in tutti suoi spostamenti.
No, ma esiste uno spazio in cui è possibile mettere più di sé e meno di altro.
E’ nella propria coscienza. Siamo dotati da questa capacità straordinaria di pensare. Il nostro pensiero condiziona le nostre decisioni che fanno la nostra vita.
Ovviamente, la nostra indentità è condivisa. Una parte proviene dei sistemi di quali proveniamo ma siamo anche individui. E ciò che lo dimostra è la libertà del nostro pensiero. Da ora, lasciamo gli uccelli del malaugurio alle loro maledizioni.
Costruiamo il futuro dei nostri dojo e degli nostri allievi considerando che il virus, obligandoci a combattere, ci ha portato verso una maggiore profondità e autonomia. Il nostro pensiero è la nostra forza.
Esso è al servizio dela nostra nostra indentità profonda, questo »io » inalterabile, irreprimibile, incorruttibile che deve assolutamante rimanere incoercibile e l’unico ad essere autorizzato a pensare in noi.
L’estate è arrivata. Non ha temuto il virus. E’piena di promesse.
Gambatte kudasai.